Pubblicazioni

  • Gli approcci descritti nel libro valorizzano la relazione di cura che sostiene l’anziano, l’ambiente dove vive e si muove, gli stili di cura delle organizzazioni, la quotidiana proposta di interventi. Gli autori Offrono spunti di confronto metodologico per tutti quegli aspetti necessari affinché uno staff si concentri sulla persona e non sul suo deficit, su ciò che ancora è e non su ciò che ha perduto. Proprio perché, dove l’acqua si ferma, arriva tutto l’oceano.
  • Il volume che proponiamo può essere utile a studenti, familiari, ricercatori, professionisti della salute e a quanti ritengono che l'aver cura dei malati significhi soprattutto difenderne la dignità e la stima, riconoscerne l'umanità, oltre le maschere, talvolta incognite e normalizzanti, della patologia e della non autosufficienza. La gentilezza è il segno esteriore di una moralità profonda, di un desiderio sincero, che si esprime con atti visibili, di essere utili per alleviare la sofferenza dell'altro. Il desiderio di curare toglie di mezzo qualsiasi pretesa di risarcimento, concreto o psicologico. Inoltre, la gentilezza non è mai noiosa, ripetitiva, pesante, intrusiva, ma sempre lieve, pur senza perdere di concretezza e quindi di serietà e credibilità. Ma come costruire una RSA (ma anche un centro diurno, un servizio sociosanitario, un segretariato sociale) gentile? Può essere molto complesso, ma ci rendiamo presto conto che non vi sono altre vie se si vuole evitare l'aggressività senza dolcezza, che si autoriproduce e crea angoscia su angoscia. La silenziosa, gentile opera quotidiana di donne e uomini – che assistono i loro simili, meno fortunati – e la loro esemplare naturalezza rappresentano una vera rivoluzione culturale: la scelta della ragione dell'essere su quella dell'apparire. E quindi, come dice Marco Trabucchi nella sua prefazione, "onore a medici, infermieri, OSS, ASA, psicologi, fisioterapisti, educatori, terapisti occupazionali… a tutti coloro che si sentono rappresentati in questo volume sulla gentilezza".
  • Questo libro nasce da una idea forte: occorre che le organizzazioni inizino a fare i conti con una vera e propria pandemia di fragilità cognitiva che nel corso dei prossimi anni potrebbe mettere in crisi i nostri attuali modelli di assistenza e incrinare i nostri attuali modelli di cura. Questa idea vuole descrivere un modo differente per affrontare il tema, considerando gli individui fragili per ciò che sono ancora in grado di fare, e non solo per ciò che oramai hanno perduto. Per questo nel libro si parla di staff che funzionano e di staff che potrebbero funzionare meglio, di programmi di intervento migliorativi, di esperienze particolari, di strategie ambientali a supporto di chi vive quotidianamente l’esperienza della malattia e della di- pendenza, di nuovi ruoli e sfide professionali da cogliere.
  • La comunicazione è connaturata all'essere umano. Non si può non comunicare, recita il primo famosissimo assioma di Watzlawick. Siamo composti di comunicazione. Mente e cervello si formano e si caratterizzano in base alle esperienze, vale a dire alle relazioni che viviamo, ai contenuti e alle modalità comunicative che sviluppiamo. Spesso comunichiamo senza sapere effettivamente che cosa stiamo comunicando e come. Ma ciò che esprimiamo negli atteggiamenti, nei comportamenti, nelle parole e nei loro silenzi è il prodotto delle nostre idee, di ciò che pensiamo di noi stessi, degli altri, dell'ambiente nel quale siamo inseriti e col quale interagiamo. Quale idea abbiamo della vecchiaia, della disabilità, della demenza? Ciò che realmente, profondamente pensiamo dell'età senile - e non solamente ciò che ammettiamo di pensare - influenza l'interazione con gli anziani, sani e malati, autosufficienti o disabili. Si può imparare a comunicare in un modo più appropriato con le persone anziane in difficoltà.
  • LA STORIA DELLA MIA VITA.  Maggioli Editore

    Album La Storia della mia vita (Ol’boys)

    Queste pagine nascono per riflettere, condividere e raccontare quanto sia prezioso e importante raccogliere le storie di vita delle persone affette da demenza. Abbiamo bisogno di ricomporre le storie per ricomporre il senso del fare e il senso della cura, per andare vicini alle persone e sentirne le emozioni, a costo di commuoversi e avere paura, ma anche di ridere e intenerirsi, a costo di vivere. L’approccio centrato sulla persona e i modelli di intervento per la demenza ribadiscono e dimostrano l’importanza di essere Persona e il valore della conoscenza della biografia come elemento necessario per una vita dignitosa. Siamo perché ricordiamo, ma se ad un certo punto non si ricorda più, allora dobbiamo raccogliere le storie, in modo che le persone continuino ad essere intere perché presenti negli occhi di chi le guarda. Questo libro accompagna il Quaderno La Storia della mia vita, un album dei ricordi che viene completato dalle persone con demenza e dai familiari e persone di riferimento, e può essere utilizzato quotidianamente per conoscere meglio la persona, per aggiungere qualche informazione, per proporre alla persona affetta da demenza di guardarlo, da solo o in compagnia, per individuare attività e strategie adatte alla persona. Per realizzare servizi realmente centrati sulle persone è necessario conoscere le storie e condividere come équipe di cura un sincero interesse per la vita di ciascuno, per i giorni passati e per ogni giorno presente, per gli aspetti vitali della quotidianità. È necessario raccogliere le storie di vita con le persone con demenza    e con i familiari, costruire relazioni di fiducia attraverso la narrazione condivisa, integrare la biografia nella valutazione psicologica, realizza- re laboratori e attività individuali, nei servizi e a domicilio, interpretare ciò che viene spesso definito come “disturbo del comportamento” della persona con demenza ma è in realtà una modalità di comunicazione connessa all’ambiente.

    Marco Fumagalli È diplomato ISEF,animatore sociale, educatore professionale,docente di Metodologia del lavoro sociale, operatore Gentlecare®. Consulente geriatrico per le demenze, si occupa dal 1994 di progetti ed interventi legati alla metodologia protesica e all’anzianità fragile. Attualmente lavora con la Coop. La Meridiana di Monza presso il Paese Ritrovato, primo villaggio Alzheimer in Italia e in progetti di consulenza per RSA e Nuclei AD con Fabrizio Arrigoni.

    Laura Lionetti È laureata in Lettere e Filosofia e in Scienza del servizio sociale, formatore e consulente, referente Formazione e docente Gentlecare®, dal 1994 opera in campo socio-assistenziale con incarichi di coordinatore di servizi per anziani e progettista sociale. Attualmente opera con la Coop. Soc. Itaca e il gruppo Ottima Senior.

  • “NON CERCATEMI: 47 SCATTI SORPRESI TRA LA GENTE” Una scritta invadente, lanciata su un muro all’ingresso di un grande Centro Commerciale: “Non cercatemi”: due parole definitive, una sentenza. Mi sono fermato a lungo a guardarla, e in quel preciso momento è nato in me il desiderio di usare quelle due parole come titolo di questa raccolta di scatti, rubati tra la gente nel corso degli anni. Questi volti hanno cercato me; e mi hanno trovato.
  • Un Cd edito dalla Coop. La Meridiana e curato da Marco Fumagalli sul tema della Demenza e delle attività! “Se un uomo ha perso una gamba o un occhio, sa di averli persi; ma se ha perso un sè, se stesso, non può saperlo perchè egli non c’è più per saperlo” Oliver Sacks

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